Pensate, il primo SMS risale al 3 dicembre del 1992 e fu inviato dall’ingenere britannico Neil Papworth da un computer ad un cellulare Vodafone. Curiosità: il messaggio diceva “MERRY CHRISTMAS“!
160 caratteri: l’era delle abbreviazioni
Non fu facile scegliere quanto dovessero essere lunghi gli SMS, anche perché era impossibile effettuare ricerche di mercato, dato che essi ancora non esistevano. Venne quindi decisa la lunghezza di 160 caratteri analizzando cartoline e comunicazioni aziendali (che mai erano più lunghe). Ma quei 160 caratteri, sono mai veramente bastati?
Dagli anni ’90 ai primi anni del secondo decennio del 2000, gli SMS sono stati i protagonisti della comunicazione fra cellulari. Con il limite di 160 caratteri, però, ci hanno obbligati a pensare oltre! È proprio questo il periodo nel quale nascono le abbreviazioni. I costi alti ed i pochi caratteri disponibili per comunicare, hanno fatto aguzzare l’ingegno ad adulti ed adolescenti di tutto il mondo! I messaggi hanno quindi iniziato ad assomigliare a dei codici cifrati, spesso quasi incomprensibili per i “comuni mortali” che non avevano sempre a che fare con le abbreviazioni.
Ma questo tempo durerà poco, il 2008 è vicino e con lui il completo ribaltamento delle carte in tavola.
Addio SMS, benvenute app di messaggistica
Come per tante altre cose (vi abbiamo già parlato del Bluetooth e di Adobe Flash Player) l’avvento degli smartphone ha cambiato il corso della storia. Non cambia per gli SMS. È nel 2009, con la nascita della prima app di messaggistica, che gli SMS iniziano a diventare “fuori moda”.
Con l’arrivo di Whatsapp negli store di tutti gli smartphone, cambia il modo di comunicare. Emoji, messaggi senza limiti (del resto basta una connessione ad internet e non c’è limite di caratteri), per poi proseguire verso i messaggi audio, le gif ed ora gli stickers. Dal 2009 in avanti, è tutto cambiato. Non c’è più limite alla fantasia. Con l’avvento di queste app, nel 2011 arriverà iMessage per iOS e nel 2013 Telegram, cambia il nostro modo di vedere la comunicazione, che ora non ha più limiti. Non solo, cambia anche il modo di proporsi delle aziende di comunicazione. Non servono più promozioni ricche di SMS e minuti per le chiamate, servono i GB per i Social Network e per le Chat.
Con il rilascio di queste app di comunicazione, il nostro modo di comunicare cambia radicalmente. Basta un’immagine per esprimere un pensiero (altro che bluetooth, ora possiamo inviare tutto a distanza di chilometri!), una piccola emoji ci salva dal dover scrivere un’intera parola (provate le nuove tastiere, scrivendo “pizza” vi consiglieranno l’emoji corrispondente ?… comodo, no?) e non siamo più obbligati a scrivere in modo quasi incomprensibile (anche se c’è chi non ha ancora abbandonato le abbreviazioni più folli! Ma Tiziano Ferro insegna, anche “xdono” può essere un ottimo titolo… nei primi anni 2000, ma sorvoliamo…).
Domandone, ve lo ricordate Messanger?
Eh si, perché affianco agli SMS, quando ancora gli smartphone non avevano visto la luce, c’era il nostro caro e vecchio amico MSN Messanger. Pochi erano i cellulari a supportarlo, e comunque parliamo dei modelli intorno al 2006-2007, quindi i primi che aprirono la strada verso gli smartphone, eppure, MSN Messanger era un cult degli adolescenti di quel periodo, che tornavano a casa di tutta fretta per poter aprire il loro programma di Chat e poter parlare con amici da tutta Italia, mandando quelle che altro non erano che le prime emoji e le prime gif, che poi diventeranno le protagoniste assolute degli smartphone. Una delle cose più interessanti, che forse non tutti sanno, e che, smanettando un po’, era possibile sostituire una lettera (o una determinata sequenza di lettere) con una di queste emoji (eh si, proprio quello che ora fanno le “nuovissime ed ultramoderne” tastiere!); era quindi possibile scrivere intere conversazioni glitterate ed in movimento. Uno sclero per chi riceveva il messaggio, però non cambiava così tanto dalle abbreviazioni e dalle emoji moderne, no?
Whatsapp, e così Telegram, hanno imparato molto da MSN Messanger. Le foto profilo? C’erano! “Info“? C’era, e potevi scriversi dei poemi, tanto c’era spazio e nella visualizzazione su pc andava a capo (anche sui cellulari che lo supportavano, quindi, su questo, Whastapp è un po’ indietro)! I gruppi? Regnava il caos esattamente come oggi, ma bastava mandare un “trillo” per sistemare tutto. Gli “Stati“? Okay, questi non c’erano, ma in fondo, chi li guarda veramente?
Un cambiamento non così netto
In un certo senso, quindi, tutte quelle novità che ci sembrano stupende e fuori dal mondo, non sono altro che un ripetersi del tempo, un vero e proprio ripescaggio dal passato, che ci insegna come tutto si ripete, nulla si perde e tutto torna! In fondo, tutti, hanno sempre desiderato comunicare liberi e senza limiti, nè di caratteri nè di contenuti. Gli SMS, che oggi vedono un momento di stallo e di quasi inutilizzo, soprattutto dalle nuove generazioni, un tempo potevano regnare indisturbati, se non per quando si era a casa e si poteva usare MSN Messanger (per cui bastava una mail), ora hanno dei nemici giurati, che regnano fuori casa ed in casa. Sarà dura sopravvivere per gli SMS? Fra 10 anni, potremo ancora parlarvi di loro al presente, o saremo costretti a guardarci indietro? Difficile da dire, ma per come le app di messaggistica regnano sovrane, probabilmente l’addio è vicino.